Indifferente al cambio della guardia alla Casa Bianca, il petrolio continuala sua avanzata sui mercati finanziari, dove si mantiene ai massimi da quasi un anno, vicino a 57 dollari nel caso del Brent, e intorno a 54 nel caso del Wti. Biden, fin dal giorno dell’insediamento ha iniziato a tener fede alle promesse elettorali, con una serie di provvedimenti che non giocano a favore dei combustibili fossili, e che potrebbero rendere più difficile la ripresa dello shale oil. Tra questi, la riadesione agli Accordi di Parigi sul clima. Sempre ieri Biden ha fermato la realizzazione di Keystone XL: un maxi oleodotto che punta a trasportare la produzione da oil sands del Canada verso raffinerie e porti Usa. Inoltre il mondo della finanza, conquistato dagli investimenti Esg, da tempo ha voltato le spalle all’intero comparto Oil & Gas. A maggior ragione ha abbandonato le società dello shale che non hanno mantenuto le promesse di redditività. I frackers ormai faticano a finanziarsi, convinti che l’urgenza sia risanare i bilanci. >In Nord America nel 2020 ci sono stati 46 casi di bancarotta tra le compagnie secondo Haynes and Boones.
Fonte: Il Sole 24 Ore – Sissi Bellomo (pag. 20)
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