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Mercato dell’elettricità. La proposta di revisione spacca i Ventisette

News internazionali
3 dicembre 2021

L’Europa non si assume responsabilità sull’aumento dei prezzi del gas e dell’energia nel suo complesso. Anche ieri il Consiglio dei ministri dell’Ue che si occupano di questa materia si sono divisi su due fronti e hanno rinviato tutto alle proposte che saranno formulate dalla Commissione il prossimo 14 dicembre e alle eventuali decisioni sussunte dal summit dei leader del 16. In realtà anche in questo caso sarà difficile che l’Unione si presenti unita per concordare misure congiunte. Il fronte del nord guidato dalla Germania ha messo nero su bianco la sua contrarietà. Berlino, forte dei contratti di lungo periodo, non ha intenzione di compromettere il vantaggio. Italia, Francia, Spagna, Grecia, e Romania sono schierati sul fronte opposto. Uno stallo che al momento non promette bene. la commissaria Simson ha promesso che si discuterà anche l’ipotesi di stoccare congiuntamente riserve di gas. Ma anche su questo l’intesa appare lontana.

 

È tornato ieri sul tavolo dei Ministri europei dell’energia l’annoso tema del forte aumento dei prezzi energetici. I ventisette sono in difficoltà nel trovare un compromesso sul modo in cui mettere mano alla questione. Cinque paesi, tra cui l’Italia, hanno presentato una proposta di revisione della direttiva che regolamenta il mercato dell’elettricità, ma permane l’opposizione ferma di molti Stati membri. Francia, Italia, Spagna, Grecia e Romania hanno proposto di rivedere l’art. 5 della Direttiva Elettricità. La norma stabilisce in buona sostanza che il prezzo dell’elettricità sia legato al prezzo del gas. Più a lungo termine i 5 paesi propongono una riforma del mercato dell’energia. Su tutt’altro fronte vi sono 9 paesi, guidati dalla Germania e dall’Olanda, che hanno ribadito la loro opposizione a una riforma dell’assetto legislativo. Secondo i 9, i massimali di prezzo potrebbero scoraggiare l’interscambio di energia tra i Paesi e soprattutto minare gli incentivi ad aggiungere energia rinnovabile a basso costo nella rete elettrica. Qualsiasi modifica alla Direttiva Elettricità richiede la maggioranza qualificata, ossia un minimo di 15 paesi in rappresentanza di almeno il 65% della popolazione dell’Unione.  

Fonte: Il Sole 24 Ore – Beda Romano (pag. 5)